Comparazione tra la disciplina della class action nel diritto statunitense e l’azione di classe italiana alla luce della legge n.31 del 2019

SOMMARIO: 1. Aspetti preliminari. 2. Ruolo delle azioni collettive nei sistemi processuali statunitense ed italiano. 3. Incidenza dell’ambiente giuridico sulla dinamica delle azioni collettive. 4. Posizione delle parti nei giudizi collettivi. 5. Posizione del componente della classe nei giudizi collettivi. 6. Oggetto dell’azione collettiva. 7. Ambito dei diritti tutelabili con l’azione di classe. 8. Aspetti generali del procedimento nei due sistemi. 9. Le caratteristiche del filtro di ammissibilità. 10. Pubblicità del superamento del filtro di ammissibilità e sistema dell’opt-out e dell’opt-in. 11. Incidenza della proposizione dell’azione di classe sulle azioni analoghe. 12. Conciliazione della controversia. 13. Procedimento sul merito della controversia. 14. Quantum della condanna del convenuto nelle azioni collettive. 15. Spese di lite. 16. Efficacia soggettiva ed oggettiva del procedimento. 17. Finalità della azione di classe. 18. Impatto pratico della disciplina dell’azione di classe.

Di Giuseppe Gerardo -
  Aspetti preliminari. Uno sguardo d’insieme sulla disciplina della class action nel diritto statunitense [1] e dell’azione collettiva risarcitoria italiana [2] consente di rilevare immediatamente che i connotati della disciplina italiana sulla materia risentono del modello degli USA. Difatti, la proposizione di una azione collettiva, il filtro di ammissibilità, la decisione estesa – potenzialmente – alla classe, sono tecniche della nostra legislazione in materia che ricalcano il modello base. In date circostanze addirittura vi è la quasi traduzione del testo statunitense; vuol farsi riferimento al prerequisito della adequacy of representation di cui alla sottosezione a)  della . . .