L’attività professionale svolta dall’avvocato in violazione di una regola deontologica va comunque remunerata

La commissione da parte del professionista di una violazione delle regole di deontologia professionale, se ha sempre un rilievo di tipo disciplinare, non comporta in ogni caso la nullità di tutta l’attività svolta e la conseguente non remunerabilità delle relative prestazioni.

Di Arianna Di Bernardo -
Cass. 27 settembre 2018, n. 23186 Con la sentenza segnalata la Corte di cassazione affronta la questione se in caso di commissione di un illecito disciplinare –nella specie consistente nell’assunzione di nuovi mandati in favore di una parte e contro l’altra, dopo aver patrocinato le due parti congiuntamente- l’attività professionale svolta dall’avvocato sia comunque remunerabile, ovvero se la sussistenza di tale situazione di incompatibilità faccia venir meno il suo diritto al corrispettivo. Per la Corte la violazione di norme deontologiche, sempre rilevante sotto il profilo disciplinare, non determina, in linea di principio, la nullità dell’intera attività svolta e la conseg. . .