La rinegoziazione del contratto per imprévision nel diritto civile del Québec: il caso Churchill Falls (Labrador) Ltd v. Hydro-Québec.

Di Angela Carpi -

Sommario: 1. Introduzione. – 2. La Corte Suprema canadese come luogo di dialogo tra sistemi – 3. Il caso Churchill Falls (Labrador) Corporation Ltd. v. Hydro-Québec e la posizione giudiziale restrittiva nei confronti dell’imprévision – 4. Imprévison e buona fede nell’esecuzione del contratto: la Corte Suprema conferma la chiusura all’ipotesi di rinegoziazione – 5. Considerazioni conclusive.

1.Uno dei temi più dibattuti e controversi del diritto contrattuale québécois è quello dell’ammissibilità dell’imprévision come fondamento per la revisione del contratto.

Il confronto su questa questione, già acceso ai tempi della elaborazione del secondo codice civile del Québec, nel 1991, e mai sopito,[1] ha conosciuto un deciso rilancio a seguito del caso Churchill Falls (Labrador) Corporation Ltd. v. Hydro-Québec[2] passato attraverso tre gradi di giudizio con la decisione di ultima istanza resa dalla Corte Suprema canadese nel 2018. Questa decisione, pur allineandosi alla scelta del legislatore del Québec che nel 1994 non ha voluto inserire l’imprévision tra le cause di rinegoziazione del contratto[3], ha tuttavia chiamato in causa il rapporto fra imprévision e principio di buona fede[4], il quale ha invece avuto un ampio riconoscimento nel codice civile quebecchese. In particolare un articolo, il 1375 è stato dedicato alla buona fede nell’esecuzione del contratto, prevedendosi che: “The parties shall conduct themselves in good faith both at the time the obligation arises and at the time it is performed or extinguished./ La bonne foi doit gouverner la conduite des parties, tant au moment de la naissance de l’obligation qu’à celui de son exécution ou de son extinction.”[5].

La connessione con il tema della buona fede nell’esecuzione del contratto, oltre ad aprire nuovi fronti di riflessione sulla rilevanza delle sopravvenienze nel diritto del Québec, si è nutrita anche delle specificità derivanti dal fatto che l’ordinamento del Québec è parte di un sistema così detto bijural[6] in cui convivono common law e civil law. In particolare, a livello della massima istanza giurisdizionale del sistema canadese il dialogo tra componente di civil law e componente di common law è sovente presente e lo è stato anche in questa decisione.

Lo studio del controverso caso Churchill Falls (Labrador) Corporation Ltd. v. Hydro-Québec, che continua a far discutere la dottrina canadese[7], è dunque un’occasione utile per entrare più da vicino nelle dinamiche di legal reasoning di una corte che si muove a cavallo fra civil law e common law.

2.Posta al vertice del sistema giudiziario canadese, la Corte Suprema è stata istituita nel 1875 e è in attività dal 1949, anno in cui è stata abolita la procedura di appello al Judicial Committee del Privy Council inglese[8]. Diversamente dalla Corte Suprema americana, essa non è solo corte federale, ma anche corte di ultima istanza per i casi provenienti dai singoli territori, anche se questi non riguardano né il diritto federale né cittadini provenienti da provincie diverse[9]. Altra caratteristica distintiva della Corte Suprema canadese è nella sua composizione: dei nove giudici, tre devono necessariamente essere giuristi del Québec[10], in modo da garantire una competenza per il civil law québécois. Tuttavia, ciò non si traduce in una divisione del lavoro tra i giudici a seconda della provincia di origine del ricorso: la Corte accoglie i ricorsi provenienti da entrambe le giurisdizioni canadesi di civil law e di common law, e tutti i giudici sono idonei a pronunciarsi su questi ricorsi, indipendentemente dalla giurisdizione in cui essi si sono formati[11]. Come diretta conseguenza, un giudice proveniente da una provincia di common law potrebbe decidere un caso proveniente dalla giurisdizione di civil law del Québec e viceversa.

La Corte Suprema del Canada rappresenta un unicum nel panorama giuridico internazionale, trovandosi ad essere un punto di convergenza e dialogo tra i due diversi sistemi giuridici presenti nel Paese, incarnando in pieno la natura di “mixed jurisdiction court”[12]. Questa natura aperta alle ibridazioni va oltre il lavoro sul diritto domestico, ma si riflette nelle continue aperture, all’interno del legal reasoning, verso ordinamenti stranieri e strumenti del diritto uniforme[13], soprattutto quando si tratta di intervenire nella materia del diritto dei contratti. L’approccio comparatistico conduce non di rado anche a richiamare decisioni di altre giurisdizioni come guida per risolvere questioni sottoposte alla sua attenzione[14].

3. Questo approccio aperto ha caratterizzato anche il caso Churchill Falls (Labrador) Corporation Ltd. v. Hydro-Québec.

La questione riguardava un contratto sottoscritto nel 1969 per la durata di 65 anni con cui la società Hydro-Québec, società di fornitura di energia elettrica, si è impegnata ad acquistare l’energia generata dalla centrale della Churchill Falls, con sede nella provincia Terranova e Labrador, ad un prezzo fisso. Mentre il contratto era in corso di esecuzione, si verificava un aumento esponenziale del prezzo dell’energia elettrica, in parte determinato dall’embargo petrolifero posto in essere negli anni Settanta. Avendo negoziato un prezzo fisso, Hydro-Québec acquistava energia elettrica ad un prezzo estremamente vantaggioso da Churchill Falls con ciò conseguendo profitti rilevanti.

La Churchill Falls agiva, dunque, nei confronti di Hydro-Québec invocando la possibilità di rinegoziare il contratto, il cui equilibro tra le prestazioni era stato pesantemente alterato da un evento imprevedibile e richiamando Hydro-Québec alla obbligazione di agire in buona fede nell’esercizio dei propri diritti contrattuali[15].

Nel giudizio di primo grado le argomentazioni di Churchill Falls venivano totalmente rigettate dandosi rilievo al principio pacta sunt servanda, ritenendosi che l’assenza di una clausola di rivalutazione dei prezzi fosse il risultato di un contratto liberamente negoziato che rifletteva l’intenzione delle parti al momento della sua formazione[16]. Inoltre, la Corte riconosceva l’esistenza di un sostanziale equilibrio tra la posizione delle parti contrattuali che rendeva non ragionevole il ricorso all’imprévision. L’equilibrio poggiava sulle circostanze che avevano caratterizzato il sorgere della relazione contrattuale.

La costruzione della centrale elettrica sul fiume Churchill, che avrebbe dovuto fornire energia alternativa a quella nucleare sfruttando le imponenti cascate naturali del fiume, costruzione di cui si era fatta carico la società ricorrente, doveva avvenire con assunzione di minor rischio possibile, per cui i fondi dovevano provenire da prestiti bancari pluriennali anziché da risorse proprie o emissioni azionarie. Il rimborso dei prestiti doveva effettuarsi con proventi generati dalla vendita di elettricità prodotta dalla stessa Centrale. Occorreva dunque un cliente finanziariamente solido, in grado di poter acquistare quantità elevate di energia elettrica nel lungo termine, caratteristiche che la società Hydro – Québec soddisfaceva pienamente. Si tratta, infatti, di una società statale costituita nel 1944, che aveva il monopolio del mercato energetico in Québec. Tra il 1961 e 1969, dunque, si sono svolte le difficili trattative volte a coinvolgere nel progetto Hydro-Québec in modo che si facesse carico di buona parte dei rischi finanziari a fronte della concessione di un prezzo fisso di acquisto dell’energia elettrica prodotta dalla nuova centrale sul fiume Churchill. Ancora oggi la centrale idroelettrica di Churchill Falls è una delle più grandi al mondo (la sedicesima) e la seconda maggiore del Canada. Pertanto la Core riteneva che l’assunzione di un rischio notevole relativo al finanziamento del progetto da parte di Hydro-Québec aveva controbilanciato il vantaggio ottenuto attraverso la previsione di un prezzo fisso per l’energia[17]. Infatti, la centrale idroelettrica di Churchill Falls era stata costruita grazie alle garanzie fornite dal contratto sottoscritto con Hydro-Québec, mediante il quale questa ultima si impegnava ad acquistare elevate quantità di energia elettrica a lungo termine[18].

Infine, la corte di primo grado non riteneva qualificabile l’aumento del prezzo dell’energia come imprevedibile sulla base del fatto che le parti erano a conoscenza di una possibile fluttuazione del prezzo di questo bene[19].

L’imprévision, come ricordato sopra, era stata espressamente esclusa dal legislatore québécois al momento della approvazione del codice civile del 1994. Negli anni Settanta, all’interno della commissione incaricata di rivedere l’allora codice civile del basso Canada, si era discusso di un possibile inserimento dell’imprévision nel codice[20]. Tuttavia, la proposta non si concretizzò mai e quando si arrivò ad elaborare il codice civile del Québec si ritenne di inserire solo la forza maggiore causa di scioglimento del contratto dovuta al sopravvenire di circostanze straordinarie e imprevedibili che rendono la prestazione impossibile[21].

Stante il silenzio della legge sulla ipotesi dell’imprévision, la Corte superiore rigettava infine le richieste dell’attore, poiché tali richieste riguardavano una fattispecie non riconosciuta dal legislatore del Québec[22].

In appello le argomentazioni della Corte superiore venivano confermate. Con riferimento al riconoscimento di una fattispecie di imprévision le argomentazioni della Corte d’appello, oltre a confermare la volontà di aderire a quanto il legislatore aveva deciso rigettando l’istituto delle sopravvenienze, riteneva anche che i profitti inferiori conseguiti da Churchill Falls rientrassero nel quadro di una normale dinamica di mercato[23].

Ad attirare l’attenzione degli studiosi su questo caso è proprio la decisione della Corte d’appello, non tanto per l’argomentazione di cui sopra, quanto per l’articolato approccio comparatistico che la corte segue nel suo ragionamento. In primo luogo, la corte richiama i principi UNIDROIT dei contratti commerciali internazionali, i quali agli artt. 6.2.2 e 6.2.3 definiscono le situazioni riconducibili al concetto di hardship e agli effetti che si producono nell’esecuzione del contratto[24]. A margine della disamina delle disposizioni dei principi UNDROIT la Corte d’appello specificava, dunque, che “This treatment of imprévision, inspired by the hardship clauses common in international contracts, defines with precision the prejudice resulting from the unforeseen circumstance susceptible of justifying the renegotiation of the contract – i.e. the cost of performing the obligation has increased or the value of the consideration has decreased.”[25].

Nel caso specifico della Churchill Falls, si riteneva che le condizioni per chiamare in causa il principio dell’imprevedibilità non fossero soddisfatte perché, pur se il ricorrente non aveva elevato i propri guadagni, questi ultimi avevano continuato a sussistere durante l’esecuzione del contratto, anche nel contesto delle mutate condizioni di mercato. La Corte aggiungeva che il mutamento delle circostanze non era stato tale da mettere a rischio la solvibilità economica della Churchill Falls[26].

Nel corso del proprio ragionamento la Corte d’appello, nel valutare la posizione delle parti all’interno della dinamica contrattuale in evoluzione, faceva più volte riferimento al tipico concetto del diritto contrattuale di common law della consideration, ad esempio richiamando il fatto che Hydro-Québec si fosse assunta gran parte del rischio derivante dalla costruzione della centrale idroelettrica negli anni Sessanta. Si sottolinea, in ciò seguendo quanto già detto dal giudice di primo grado, che tale situazione incarna una reasonable consideration[27].

Oltre a ciò, la Corte discuteva nel suo giudizio l’applicabilità al caso di specie del principio di buona fede, richiamando un precedente della Corte Suprema del 2014 che, in un caso proveniente da una provincia di common law, aveva riconosciuto il dovere della buona fede come espressione di un principio di portata generale, facendo riferimento proprio al Codice civile del Québec[28]. È, dunque, su tale questione che è interessante puntare l’attenzione, sempre per seguire le particolari dinamiche di dialogo tra common law e civil law all’interno della Corte Suprema canadese.

4.Il caso in questione è Bhasin v. Hyrnew[29], ove l’estensore, il giudice Cromwell, riconosceva che la rilevanza della buona fede poteva arrivare a esprimersi nel fatto che ogni contraente, alla luce delle circostanze complessive del rapporto contrattuale, è tenuto, nell’adempimento del contratto, a rivolgere un “riguardo appropriato” nei confronti della controparte[30]. Queste le parole del giudice Cromwell: “The organizing principle of good faith exemplifies the notion that, in carrying out his or her own performance of the contract, a contracting party should have appropriate regard to the legitimate contractual interests of the contracting partner. While “appropriate regard” for the other party’s interests will vary depending on the context of the contractual relationship, it does not require acting to serve those interests in all cases. It merely requires that a party not seek to undermine those interests in bad faith. This general principle has strong conceptual differences from the much higher obligations of a fiduciary. Unlike fiduciary duties, good faith performance does not engage duties of loyalty to the other contracting party or a duty to put the interests of the other contracting party first.”[31]

Il caso Bhasin v. Hyrnew riguardava una situazione molto diversa da quella al centro della controversia Churchill Falls, ove il convenuto aveva posto in essere un comportamento fraudolento che aveva inciso sull’esecuzione del contratto e che aveva condotto al mancato rinnovo del contratto stesso in danno dell’attore Bhasin. La grande novità introdotta da questa pronuncia è riconosciuta proprio nel fatto che l’introduzione del principio di buona fede come principio di portata generale da parte della massima istanza giurisdizionale dell’ordinamento canadese avviene appoggiandosi anche alle norme del Codice Civile del Québec in tema di buona fede[32].  Proprio al fine di giustificare una scelta che poteva apparire audace per il common law canadese, il giudice Cromwell richiamava, a fondamento della scelta stessa, sia la codificazione della buona fede all’interno del diritto civile del Québec, nelle tre norme sopra citate, sia le aperture manifestate all’interno del diritto americano e in particolare nello Uniform Commercial Code. Egli affermava che: “Experience in Quebec and the United States shows that even very broad conceptions of the duty of good faith have not impeded contractual activity or contractual stability”[33].

Nell’azione contro Hydro-Québec, Churchill Falls aveva sostenuto proprio la presenza di una obbligazione di rinegoziazione del contratto, fondata sull’esigenza del rispetto della buona fede in scia alle pronunce della Corte Suprema che avevano aperto la via al principio stesso nelle regole di common law canadesi sul contratto, di cui Bhasin v. Hyrnew rappresenta il caso più eclatante[34].

Tuttavia, l’approccio restrittivo veniva confermato anche dala parte della Corte Suprema canadese, la quale si allineava alle argomentazioni espresse dalla Corte d’appello, negando la possibilità di una rinegoziazione del contratto per imprèvision sulla base del principio di buona fede[35]. Sebbene anche la Corte Suprema abbia adottato un approccio comparatistico nella decisione, richiamando e discutendo anch’essa le regole sull’hardship dei principi UNIDROIT[36], la conclusione restava quella della necessità di attenersi alla lettera della legge con specifico riferimento al principio dell’imprévision[37].

La corte, quindi, negava la possibilità di rinegoziare il contratto sulla base del principio di buona fede, con una decisione che non ha cessato di essere al centro di critiche e discussioni, arrivandosi a ritenere che con questa decisione “notre droit consacre une idée ancienne, selon laquelle la bonne foi oblige les deux parties à donner pleine efficacité à leur convention, ce qui peut supposer de l’adapter au contexte économique”[38].

5. Le discusse decisioni della Corte d’appello e della Corte Suprema nel negare la possibilità di rinegoziare il contratto di lunga durata fra Churchill Falls e Hydro-Québec sulla base dell’imprévision hanno conferito una esplicita priorità al dettato codicistico, inserendo fra le ragioni principali della decisione la volontà del legislatore di escludere l’imprévision dal codice civile nel 1994. Il fatto che, nel tempo intercorso tra l’approvazione del codice civile e il caso Churchill Falls sia stato emendato il code Napoléon con l’inserimento della fattispecie dell’imprévision viene riportato all’interno della sentenza della Corte Suprema[39], ma tale fatto non è considerato rilevante al punto da indurre i giudici ad aprire una breccia nella prospettiva positivistica assunta all’interno del ragionamento.

La sentenza della Corte Suprema ha avuto una opinione dissenziente, quella del giudice Rowe, che ha argomentato a favore della ipotesi della revisione del contratto, richiamando la teoria del relational contract e ritenendola applicabile al caso di specie[40].

Anche la posizione di Rowe esprime, come quella della maggioranza dei giudici, un approccio fortemente comparatistico, approccio che è tipico della Corte Suprema canadese la quale, incarnando il principio della bijurality, come già detto, si apre regolarmente a posizioni e argomentazioni che superano il diritto domestico. È proprio questa propensione della Corte che alimenta le speranze di buona parte della dottrina québécoise che considera il caso Churchill Falls v. Hydro-Québec un passo indietro rispetto a un processo di sviluppo giurisprudenziale del principio di buona fede da parte della Corte Suprema canadese e che auspica un ulteriore progresso di tale processo anche per l’ipotesi delle sopravvenienze nell’esecuzione del contratto[41].

[1] Il dibattito sulla possibilità di inserire in articolo sull’imprévision nel nuovo codice civile del Québec risale al 1978, quando inizia un lavoro di revisione del codice civile vigente, redatto nel 1866 sulla falsa riga del Code Napoéon. Nel primo Projet de Code civil du Québec, del 1978 l’Office de révision du Code civil aveva inserito nel libro V sulle obbligazioni, l’art. 75 che prevedeva la possibilità di modificare le clausole contrattuali per imprévision. V. il Rapport sur le Code civil du Québec, p. 345, art. 75: “La survenance de circonstances imprévi­sibles qui rendent l’exécution du contrat plus onéreuse ne libère pas le débiteur de son obligation. Exceptionnellement, le tribunal peut, nonobstant toute convention con­traire, résoudre, résilier ou réviser un contrat dont l’exécution entraînerait un préju­dice excessif pour l’une des parties, par suite de circonstances imprévisibles qui ne lui sont pas imputables”. Office de révision du Code civil, Rapport sur le Code civil du Québec, vol. 2, Projet de Code civil, Québec, t. 2, libri 5 et 6, Québec Éditeur, 1978. A p. 625 dello stesso documento, si legge: “[C]ette règle est perçue comme représen­tant, au fond, le complément d’une politique législative générale qui vise à établir une meilleure justice et équité dans les rapports contractuels”. Tuttavia, il successivo progetto sul diritto delle obbligazioni del 1980 non prevedeva una disposizione simile. Cfr. Loi portant réforme au code civil du Québec du droit des obligations, avant­projet de loi, 1re sess., 33e légis., Québec, Éditeur officiel, 1987. Il nuovo codice civile approvato nel 1991 e entrato in vigore il 1° gennaio 1994, confermava la scelta del 1980 di non inserire l’imprévision nel codice civile.

[2] La questione è stata affrontata in tre gradi di giudizio, a partire dalla Superior Court, che ha emesso la prima decisione nel 2014 (Churchill Falls (Labrador) Corporation Ltd. v. Hydro-Québec, 2014 QCCS 3590), alla quale è seguita, nel 2016 la decisione della Court of Appeals del Québec (Churchill Falls (Labrador) Corporation Ltd. v. Hydro-Québec, 2016 QCCA 1229). Il caso è stato poi impugnato una ultima volta davanti alla Corte Suprema canadese, la quale ha deciso nel 2018 (Churchill Falls (Labrador) Corporation Ltd. v. Hydro-Québec, 2018 3 R.C.S.).

[3] Questa scelta ha suscitato un dibattito in dottrina. Cfr. Jobin, La modernité du droit commun des contrats dans le Code civil du Québec : quelle modernité ?, in Revue internationale de droit comparé, 2000, p. 58 ss.; Jobin, L’équité en droit des con­ trats, in Lafond (dir.), Mélanges Claude Masse. En quête de justice et d’équité, Cowansville, Édition Yvon Blais, 2003, p. 473; Martin, Pour une réception de l’imprévision en droit positif québécois, in Les chaiers de droit, 1993, p.599; Bédard, Réflexions sur la théorie de l’imprévision en droit québécois, in McGill Law Journal/Révue de droit de McGill, 1997, p. 671; Jobin, L’étonnante destinée de la lésion et de l’imprévision dans la réforme du code civil du Québec, in RTD civ., 2004, p. 693; Devinat, Guilhermont, La réception des théories juridiques françaises en droit civil québécois, in Revue de droit de l’université de Sherbrooke, 2012, p. 459.

[4] Sul punto si vedano in prima battuta, le riflessioni di Gardner, Revue de le Jurisprudence 2016 en droit, in Revue du notariat, 2018, p. 89; Torres-Ceyete, Bonne foi et théorie de l’imprévision: regard sur les enseignements de l’affaire Churchill Falls (Labrador) Corporation Ltd. c. Hydro-Québec, in Revue Juridique Thémis de l’Université de Montréal, 2023, p. 329; Di Feo, You’ve Got to Have (Good) Faith: Good Faith’s Trajectory in Anglo-Canadian Contract Law Post-Wastech and the Potential for a Duty to Renegotiate, in Dalhousie Law Journal, 2022, p. 1; Jukier, Good Faith in Contract: A Judicial Dialogue Between Common Law Canada and Québec, in The Journal of Commonwealth Law, 2019, p. 3; Reynolds, Two views of the Cathedral: Civilian Approaches, Reasonable Expectation, and the Puzzle of Good Faith’s Past and Future, in Queen’s Law Journal, 2019, p. 388; Chamass, The Evolving Role of Good Faith and Fair Dealing in Quebec’s Civil Code: A Critical Reflection on Contractual Consent and Judicial Interpretation – the aftermath of Churchill Falls, in Canadian Legal Information Institute, 2024, doc. n. 2733; Grégoire, L’obligation de collaboration dans les contrats relationnels: mythes et préjugés, in Revue Juridique Themis de l’Université de Montréal, 2023, p. 277.

[5] Il codice è redatto nelle due lingue ufficiali della provincia, francese e inglese. Cfr. Baudouin, Le Code civil du Québec: un pont entre civil law et common law, in Revue juridique Thémis de l’Université de Montréal, vol. 32, 1998, pp. 11-30. Per una ricostruzione storica della codificazione si v. anche Fabre-Surveyer, The Civil Law in Quebec and Louisiana, in 1 Louisiana L. Rev., 1939, p. 649 ss.

[6] Le origini del bijuralism in Canada si fanno risalire al Québec Act del 1774 con il quale si è consentito alla popolazione francofona di continuare a praticare la religione cattolica ed è stato reintrodotto il sistema di civil law per la materia privatistica, al tempo governata per la maggior parte dalla Coutume di Parigi e dal diritto romano. Il diritto pubblico, invece, è rimato appannaggio del common law. Il Constitution Act del 1867 ha confermato la coesistenza di common law e civil law in Canada. Cfr. Allard, The Supreme Court of Canada and Its Impact on the Expression of Bijuralism, 2001, reperibile sul sito del Ministero della giustizia del Canada all’indirizzo https://justice.gc.ca/eng/rp-pr/csj-sjc/harmonization/hfl-hlf/b3-f3/toc-tdm.html, visitato l’ultima volta il 1 dicembre 2024. Di “bijurality”, poi, parlano vari autori canadesi. V. per Jukier, Diversification, or Inspiration?, in Journal of Civil Law Studies, 2018, pp. 75 ss; Hogg, Canada Act 1982 Annotated, Carswell, 1982, pp. 145-147; Howes, From Polyjurality to Monojurality: The Transformation of Quebec Law, in McGill Law Journal, 1987, pp. 523 ss.

[7] La giurisprudenza della Corte Suprema e delle corti inferiori, sia del Québec sia di altre province, nel solo anno 2024 in tema contrattuale, hanno fatto spesso richiamo al caso Churchill Falls. V., ad esempio, in Corte Suprema, il recentissimo caso (27 novembre 2024) Quebec (Attorney General) v. Pekuakamiulnuatsh Takuhikan, 2024 SCC 39; ancora, in aprile 2024, la Corte superiore del Québec nel caso Constructions Béland et Lapointe inc. c. Immobilier Multi-Locatif Québec inc. (Développement immobilier GCS inc.), 2024 QCCS 1089, i giudici fanno ampiamente riferimento a Churchill Falls; sempre in aprile 2024, la Corte superiore dell’Ontario, nel caso Ontario Inc. v. Independent Electricity System Operator, 2024 ONSC 2130, fa riferimento alla decisione in esame. Anche in dottrina il dibattito non è sopito, tanto che uno dei più recenti articoli sul caso è del 2024: Chamass, The Evolving Role of Good Faith and Fair Dealing in Quebec’s Civil Code: A Critical Reflection on Contractual Consent and Judicial Interpretation – the aftermath of Churchill Falls, cit. nota 3.

[8] Come è noto, il Judicial Committee del Privy Council inglese era corte di ultima istanza per le controversie sorte nelle colonie inglesi, in modo da armonizzare il common law in tutti i territori britannici e, allo stesso tempo, centralizzare a Londra il controllo giudiziario coloniale.

[9] Il sistema canadese è un sistema federale, così come individuato dalla Costituzione del 1867. L’organizzazione giudiziaria stabilita nella carata costituzionale prevede che i governi provinciali abbiano competenza sulla costituzione, organizzazione e gestione delle corti di livello inferiore (generalmente noti semplicemente come “tribunali provinciali”), mentre il governo federale abbia competenza sulla costituzione, organizzazione, gestione e nomina dei giudici della Corte Suprema del Canada, della Corte d’Appello Federale, delle Corti Federali inferiori e della Corte Tributaria del Canada. L’autorità sulle corti superiori di ogni provincia è condivisa tra il governo provinciale e quello federale; le province hanno il potere di costituire, organizzare e gestire queste corti, mentre il governo federale ha il potere di nominare i giudici. Cfr. il sito della Corte Suprema: www.scc-csc.ca/court-cour/sys-eng.aspx, visitato l’ultima volta il 9 novembre 2024.

[10] Cfr. il Supreme Court Act del 1985. Questo fatto merita di essere sottolineato perché sembra unico rispetto alle corti delle altre Mixed Jurisdiction. Ad esempio, non esiste un requisito analogo per la nomina di un numero obbligatorio di giudici scozzesi presso la Corte Suprema del Regno Unito, che esamina i ricorsi anche provenienti dalla Scozia, sebbene esista una convenzione per includere una rappresentanza giudiziaria scozzese nella Corte. Cfr. il Constitutional Reform Act inglese del 2005, sezione 27.

[11] Cfr. Stobo Sniderman, Montplaisir-Bazan, La Cour Suprême du Canada, le Code Civil du Québec et le Rôle des Juges de Common Law: Une Étude des Arrêts de 1976–2019, in Revue du Barreau canadien, 2022, pp. 548 ss.

[12] Normalmente si parla di mixed juridsticions facendo riferimento ai sistemi e non alle corti. Tuttavia, come si spiegherà meglio nel presente paragrafo, la posizione della Corte Suprema canadese è tale da valerle, secondo diversi autori, la definizione di mixed jurisdiction court. Cfr. su questo il recentissimo studio Jukier, Howes, Judicial Dialogues in Mixed Jurisdiction Courts: How Civilian and Common Law Judges Converse on Canada’s Supreme Court, in Journal of International and Comparative law, 12/2024, p. 160.

[13] Su questo aspetto cfr. Russell, The Supreme Court of Canada as a Bilingual and Bicultural Institution in Canada, Royal Commission on Bilingualism and Biculturalism, Document 1, 1969, Ottawa, Queen’s Printer for Canada; Snell, Vaughan, The Supreme Court of Canada. History of the Institution, 1985, Toronto, The Osgoode Society; Boult, Aspects des rapports entre le droit civil et la common law dans la jurisprudence de la Cour suprême du Canada, in Canadian Bar Review, 1975, p. 738; Glenn, Le droit comparé et la Cour suprême du Canada, in Caparros et al. (eds.), Mélanges Louis-Philippe Pigeon, 1989, Montreal, Wilson & Lafleur, pp. 197 ss; Jukier, Inside the Judicial Mind: Exploring Judicial Methodology in the Mixed Legal System of Québec, in Journal of Comparative Law, 2011, p. 54

[14] Si pensi al caso National Bank c. Soucisse, [1981] 2 SCR 339, 43 NR 283, dove i Giudici citano tre casi della Cour de Cassation francese come precedenti da essi definiti come fondamentali.

[15] La questione è molto complessa e è stata riportata integralmente nella sentenza di primo grado della Corte superiore del Québec del 204, dove sono trascritti, oltre alle difese delle parti, tutti i documenti portati a sostegno delle varie argomentazioni e le conclusioni di numerosi esperti che hanno fornito le consulenze tecniche. La sentenza integrale, composta da ben 419 pagine, è reperibile sulla piattaforma canlii.org, al doc. n. 3590. V. Jukier, Good Faith in Contract: A Judicial Dialogue Between Common Law Canada and Québec, cit., p. 3; Reynolds, Two views of the Cathedral: Civilian Approaches, Reasonable Expectation, and the Puzzle of Good Faith’s Past and Future, cit., p. 388.

[16] V. §§ 468 e 469 della decisione di primo grado (QSC), p. 136. Similmente argomenta la Corte d’appello del Québec (QCA) ai §§ 141 e 156, pp. 45-53.

[17] V. § da 486 a 501 QSC, pp. 139-142 nonché il § 156 della decisione della QCA, p. 43.

[18] V. la ricostruzione dettagliata dei fatti svolta nel processo di primo grado innanzi la Corte Superiore del Québec, §§ 4-66.

[19] V. §§ 502–508 QSC, pp. 142-144.

[20] Oltre a quanto già osservato nella nota 1 sul dibattito in seno alla dottrina québécoise sull’inserimento dell’imprévision nel codice civile, v. anche Lluelles, Moore, Droit des obligations, Mont­réal, Éditions Thémis, 2018, p. 1311. Secondo gli autori: “Les tribunaux du Québec, à l’instar des juridictions de France, sont franchement hostiles à l’impré­vision.”

[21] La forza maggiore in questo contesto è inserita nell’art. 1470 CCQ: “Toute personne peut se dégager de sa responsabilité pour le préjudice causé à autrui si elle prouve que le préjudice résulte d’une force majeure, à moins qu’elle ne se soit engagée à le réparer. La force majeure est un événement imprévisible et irrésistible; y est assimilée la cause étrangère qui présente ces mêmes caractères.”/ “A person may free himself from his liability for injury caused to another by proving that the injury results from superior force, unless he has undertaken to make reparation for it. Superior force is an unforeseeable and irresistible event, including external causes with the same characteristics.”

[22] V. §§ 542-547, QSC, pp. 152-153.

[23] V. §§ 127 e 152, QCA, pp. 38 e 52.

[24] Principi UNIDROIT, art. 6.2.2 – definizione di hardship: “Ricorre l’ipotesi di hardship quando si verificano eventi che alterano sostanzialmente l’equilibrio del contratto, o per l’accrescimento dei costi della prestazione di una delle parti, o per la diminuzione del valore della controprestazione, e (a) gli eventi si verificano, o divengono noti alla parte svantaggiata, successivamente alla conclusione del contratto; (b) gli eventi non potevano essere ragionevolmente presi in considerazione dalla parte svantaggiata al momento della conclusione del contratto; (c) gli eventi sono estranei alla sfera di controllo della parte svantaggiata; e (d) il rischio di tali eventi non era stato assunto dalla parte svantaggiata.”; art. 6.2.3 – effetti dell’hardship: “(1) In caso di hardship la parte svantaggiata ha diritto di chiedere la rinegoziazione del contratto. La richiesta deve essere fatta senza ingiustificato ritardo e deve indicare i motivi sui quali è basata. (2) La richiesta di rinegoziazione non dà, di per sé, alla parte svantaggiata il diritto di sospendere l’esecuzione. (3) In caso di mancato accordo tra le parti entro un termine ragionevole, ciascuna delle parti può rivolgersi al giudice. (4) Il giudice, se accerta il ricorrere di una ipotesi di hardship, può, ove il caso, (a) risolvere il contratto, in tempi e modi di volta in volta da stabilire, oppure (b) modificare il contratto al fine di ripristinarne l’originario equilibrio.”

[25] Così § 152, QCA, p. 52.

[26] V. § 156, QCA, p. 53.

[27] V. QCA § 52-62 pp. 15-17. V. in particolare il § 55, p. 16. Si v. anche § 82, p. 21 e § 115, p. 33.

[28] V. QCA § 133 ss., pp. 41 ss.

[29] Bhasin v. Hrynew, 2014 SCC 71.

[30] Per alcuni commenti sul caso, v. Swan, The Obligation to Perform in Good Faith: Comment on Bhasin v. Hrynew, in Canadian Business Law Journal, 2015, p. 395; McCamus, The New General ‘Principle’ of Good Faith Performance and the New ‘Rule’ of Honesty in Performance in Canadian Contract Law, in Journal of Contract Law, 2015, p. 103; Hall, Bhasin v. Hrynew: Towards an Organizing Principle of Good Faith in Contract Law, in Bank and Finance Law Review, 2015, p. 335; Robertson, Good Faith as An Organizing Principle in Contract Law: Bhasin v. Hrynew – Two Steps Forward and One Look Back, in The Canadian Bar Review, 2015, p. 809.

[31] Cromwell J. in Bhasin v. Hyrnew, p. 6.

[32] Il principio di buona fede, assente nel Codice civile del Basso Canada, è stato inserito nel 1994 nel Code civil du Québec, in particolare agli articoli 6, 7 e 1375. In particolare, l’art. 6 impone di esercitare i propri diritti civili secondo buona fede; l’art. 7, in materia di abuso di diritto, chiarisce che agire in modo intenzionalmente dannoso, o esercitare in modo eccessivo e irragionevole i propri diritti, possa costituire una violazione della buona fede; l’art. 1375 stabilisce che esiste un obbligo di buona fede nella formazione, esecuzione e estinzione del contratto. Il recepimento del principio di buona fede nel codice è stato preceduto da alcune decisioni della Corte Suprema canadese su questioni provenienti dalla giurisdizione del Québec. Tre sono, in particolare, le pronunce in cui questo principio emerge e viene definito dai giudici: National Bank v. Soucisse et al., [1981] 2 SCR 339, 43 NR 283, Houle v. Canadian National Bank, [1990] 3 SCR 122, 74 DLR (4th) 577, Bank of Montréal v. Bail Ltée, [1992] 2 SCR 554, 93 DLR (4th) 490. I tre casi fanno leva sull’art. 1024 del Codice civile del Basso Canada, oggi sostanzialmente riprodotto nell’art. 1434 CCQ, il quale stabilisce che le obbligazioni che nascono dal contratto vanno oltre quelle espressamente previste dalle parti e comprendono anche quelle individuate dalla legge, dalla natura dell’accordo, dagli usi e dall’equità. Sui tre casi sopra citati v. Jukier, Banque Nationale du Canada v. Houle (S.C.C.): Implications of an Expanded Doctrine of Abuse of Right in Civilian Contract Law, in 37 McGill Law Journal, 1992, p. 221.

[33] Cfr. Bhasin v. Hyrnew, § 85, p. 55.

[34] Sul dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto v. LeBrun, Le devoir de coopération durant l’exécution du contrat, Montréal, LexisNexis, 2013; Lluelles,  Moore, Droit des obligations, cit.; Baudouin, Jobin, Les obligations, 7a edizione a cura di Jobin, Vézina, Cowansville, Éditions Yvon Blais, 2013; Pineau, Burman, Gaudet, Théorie des obligations, 4a ed. a cura di Pineau, Gaudet, Mont­réal, Éditions Thémis, 2001, p. 515.

[35] Sulla relazione tra imprévision e buona fede, anche in relazione al caso in esame, v. Jutras, La bonne foi, l’imprévision, et le rapport entre le général et le particulier, Revue trimestrielle de droit civil, 2017, p. 138.

[36] Cfr. §§ 88, 90, 97, della decisione della Corte Suprema del Canada, pp. 147 ss.

[37] Cfr. §§ 110-120, SCC, pp. 156 ss.

[38] Così Thibierge, Le contrat face à l’imprévu, coll. Recherche Juridique, Paris Économica, 2011, p. 398.

[39] Il riferimento al percorso di inserimento dell’imprévision nella riforma del code Napoléon è riportato al § 87 della sentenza della Corte Suprema, p. 147. Come è noto, la Francia ha inserito nel suo diritto delle obbligazioni riformato nel 2016 l’art. 1195 che recita “Si un changement de circonstances imprévisible lors de la conclusion du contrat rend l’exécution excessivement onéreuse pour une partie qui n’avait pas accepté d’en assumer le risque, celle-ci peut demander une renégociation du contrat à son cocontractant. Elle continue à exécuter ses obligations durant la renégociation.  En cas de refus ou d’échec de la renégociation, les parties peuvent convenir de la résolution du contrat, à la date et aux conditions qu’elles déterminent, ou demander d’un commun accord au juge de procéder à son adaptation. A défaut d’accord dans un délai raisonnable, le juge peut, à la demande d’une partie, réviser le contrat ou y mettre fin, à la date et aux conditions qu’il fixe.”.

[40] La dissenting opinion del giudice Rowe si trova ai § 140-190, pp. 167-185. Il giudice Rowe, diversamente da tutti i suoi colleghi sia della Corte Suprema sia delle corti inferiori, definisce il contratto che lega Churchill Falls e Hydro-Québec come relational e dunque ritiene che in base al principio della buona fede contrattuale, il ricorso di Churchill Falls andrebbe accolto e il contratto rinegoziato. V. il § 172 dell’opinione dissenziente, p. 179.

[41] Così in particolare Jukier, Good Faith in Contract: A Judicial Dialogue Between Common Law Canada and Québec, cit., pp. 18-19.